
Cosa faresti oggi se non fossi un fund selector e perché?
Fintech e startup. Da appassionato del mondo degli investimenti, continuerei sicuramente in questo ambito. Ma oggi più che mai sono convinto che il futuro della finanza passi attraverso la trasformazione digitale.
Inflazione e crisi delle materie prime stanno fiaccando le più grandi economie mondiali. Cosa deve fare un fund selector per non avere problemi?
Non avere problemi è il sogno di tutti gli investitori, ma non essendo così semplice, quello che possiamo fare è cercare di costruire dei portafogli che siano in grado di navigare in diversi scenari economici. In tutto il mondo l‘inflazione è significativamente elevata e l‘acuirsi del conflitto mondiale ha ulteriormente alimentato questa tendenza inflazionistica. Alla luce di questa forte volatilità può essere prudente cercare altri modi per proteggere il capitale dall‘inflazione al di là delle tradizionali allocazioni di azioni/obbligazioni. In questo senso strategie Real Asset e strategie Absolute Return presentano caratteristiche che le rendono particolarmente interessanti nell’attuale contesto di mercato. Ad esempio la flessibilità delle strategie absolute return può rappresentare un vantaggio fondamentale in un periodo inflazionistico. Infatti non essendo vincolati a specifiche asset class o strategie, crediamo che i fondi absolute return possano rispondere in modo estremamente efficiente a situazioni diverse. Ad esempio, acquistando obbligazioni protette dall‘inflazione o ampliando la loro esposizione alle materie prime. Inoltre, persistendo l‘attuale contesto inflazionistico, riteniamo che le attività reali e le strategie absolute return possano diventare sempre più rilevanti dal punto di vista della costruzione di portafogli.
Quanto è cambiato con la guerra in Ucraina il tuo approccio nella costruzione del portafoglio?
La guerra in Ucraina al netto delle sue conseguenze dirette sui mercati finanziari, per gli investitori ha rappresentato il classico detonatore di problemi presenti nell‘economia da diverso tempo ma che restavano sottotraccia (uno su tutti i rendimenti negativi). Il venire a galla di questi problemi congiuntamente alle crisi scatenate dal conflitto bellico (per esempio la crisi energetica) ha portato sicuramente a ripensare la costruzione di portafogli utilizzando strategie meno direzionali e più flessibili, che possono adattarsi meglio ad un contesto in continua evoluzione e in grado di trarre benefici da diverse asset class, incluse le materie prime.
Filippo Valvona è senior fund selection portfolio manager di Amundi Sgr. La sua principale area di attività è rappresentata dai mercati emergenti. Prima di entrare a fare parte di Amundi (precedentemente in Pioneer Investments) nel 2004, Valvona ha trascorso quattro anni in Ing Investment Management come head of fund of funds, con responsabilità che spaziavano dalla gestione di quattro fondi di fondi allo sviluppo di analisi qualitative e quantitative. Nel 2002 ha conseguito un master in financial planning presso l’Università Bocconi e la laurea in international economics and business presso l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” (1999).
Cosa faresti oggi se non fossi un fund selector e perché?
Fintech e startup. Da appassionato del mondo degli investimenti, continuerei sicuramente in questo ambito. Ma oggi più che mai sono convinto che il futuro della finanza passi attraverso la trasformazione digitale.