16 anni di esperienza

Cosa faresti oggi se non fossi un fund selector e perché?

Da piccolo, come immagino la maggior parte dei bambini, nutrivo tre differenti aspettative per il mio futuro: avrei voluto diventare un archeologo, un astronauta o un inventore. La passione per la storia è qualcosa che riesco a coltivare tutt’oggi. Per raggiungere il sogno di diventare un astronauta mi rimane solo la speranza di guadagnare abbastanza da potermi permettere un biglietto per i prossimi voli spaziali suborbitali. Ma, oggi come oggi, percorrerei la terza via, quella dell’inventore. Mi occuperei della realizzazione di protesi robotizzate. Ho capito nel tempo che questa attività nutrirebbe la curiosità e lo spirito da progettatore che mi anima e, al contempo, mi darebbe la capacità di contribuire alla mitigazione o risoluzione, nella pratica, dei problemi di chi si trova a vivere una menomazione fisica.

Manuel Quinzani
Siusi Spa

Inflazione e crisi delle materie prime stanno fiaccando le più grandi economie mondiali. Cosa deve fare un fund selector per non avere problemi?

Per non avere problemi l’ottimale sarebbe stare in liquidità e andare in vacanza un paio d’anni. Scherzi a parte, in momenti come questi è importante interpretare nel migliore dei modi il proprio ruolo all’interno del processo di investimento. È fondamentale possedere tutte le sfumature informative, in modo che il decision maker strategico abbia il massimo della sensibilità possibile; se si svolge anche il ruolo di gestore è bene verificare come lo scenario centrale si sia modificato e allinearvisi. A oggi troviamo valore rispetto ai nostri obiettivi in alcune nicchie del mercato fixed income. Avere un database di gestori e strategie seguite da tempo e conosciute permette di valutarne la conformità dei risultati anche in situazione di stress straordinario.

Quanto è cambiato con la guerra in Ucraina il tuo approccio nella costruzione del portafoglio?

La guerra è un evento di portata storica avvenuto a breve distanza da un altro evento storicamente rilevante, la pandemia Covid. Eventi come questi portano a dover tenere maggiormente sotto controllo ogni singolo fattore di rischio che caratterizza un portafoglio. È fondamentale la trasparenza e l’immediatezza tra casa prodotto e team di gestione. Le turbolenze portano sul breve termine a preferire strategie passive per implementare scelte tattiche mentre l’utilizzo di strategie attive è più concentrato in quelle asset class più in grado di creare alpha. Come single family office con background industriale siamo investitori di lungo termine che non vivono la volatilità con particolare ansia; tentiamo di muovere il beta del portafoglio a seconda della situazione senza però mai discostarci dagli obiettivi strategici di medio e lungo termine.

BIO

Manuel Quinzani attualmente si occupa della gestione degli attivi, principalmente di natura finanziaria, di un single family office. Laureato in finanza e risk management continua il suo percorso formativo con l’ottenimento di certificazione internazionale nel wealth managment. Ad inizio carriera partecipa all’attività di costituzione di una Sim di consulenza di cui diviene board member nel 2010. Si occupa inizialmente di compliance e risk management potendo approfondire nel dettaglio i processi che caratterizzano l’industria del risparmio gestito e della consulenza finanziaria. Dopo questa prima parentesi passa a tematiche che lo appassionano maggiormente quali: analisi macroeconomica, consulenza, selezione di fondi e costruzione di portafogli. Negli anni ha ampliato e approfondito la propria conoscenza e operatività anche ai private markets. Autore di alcuni articoli pubblicati su riviste del settore e invitato come divulgatore e relatore in alcuni eventi e seminari su tematiche economiche e finanziarie.

16 anni di esperienza

Cosa faresti oggi se non fossi un fund selector e perché?

Da piccolo, come immagino la maggior parte dei bambini, nutrivo tre differenti aspettative per il mio futuro: avrei voluto diventare un archeologo, un astronauta o un inventore. La passione per la storia è qualcosa che riesco a coltivare tutt’oggi. Per raggiungere il sogno di diventare un astronauta mi rimane solo la speranza di guadagnare abbastanza da potermi permettere un biglietto per i prossimi voli spaziali suborbitali. Ma, oggi come oggi, percorrerei la terza via, quella dell’inventore. Mi occuperei della realizzazione di protesi robotizzate. Ho capito nel tempo che questa attività nutrirebbe la curiosità e lo spirito da progettatore che mi anima e, al contempo, mi darebbe la capacità di contribuire alla mitigazione o risoluzione, nella pratica, dei problemi di chi si trova a vivere una menomazione fisica.