
Cosa faresti oggi se non fossi un consulente finanziario e perché?
Rifarei il consulente finanziario, volendo dare un’alternativa, mi affascina l’impatto della tecnologia nella vita di tutti noi e guarderei la consulenza informatica per la ricerca di soluzioni, relative ai molteplici bisogni dell’individuo.
Cosa distingue un consulente da un semplice venditore?
Le soluzioni che il consulente finanziario propone al cliente si realizzano e manifestano il loro effetto in un lungo lasso di tempo perché tengono conto di una serie di elementi: la famiglia e l’azienda, il patrimonio familiare e l’organizzazione di questo, la successione, gli aspetti fiscali, quelli psicologici e le reazioni emotive, le esperienze pregresse e la situazione di partenza, la propensione al cambiamento e gli ambiti da tutelare, le implementazioni nel tempo. Spesso il consulente finanziario accompagna il cliente nel corso della sua vita ed è questo percorso comune che favorisce l’individuazione delle soluzioni più consone alle esigenze che cambiano.
Perché il mercato sta tornando a un modello di architettura chiusa?
Quando una società tradizionalmente investe nella gestione e nella struttura distributiva e le organizza adeguatamente, lo scambio di informazioni più rapide e puntuali costituisce una ricchezza per il consulente e per il cliente, la sinergia positiva che si crea tra consulente e gestore è evidente. Certo bisogna distinguere tra le situazioni in cui è la validità del processo a spingere in questa direzione e quelle in cui sono invece le esigenze normative ed economiche ad indurre queste scelte.
Con la Mifid2 i clienti devono ora evidenziare le proprie preferenze di sostenibilità. I tuoi clienti dove si stanno orientando?
Il tema della sostenibilità è molto sentito dai clienti, l’argomento è al centro dell’attenzione anche da parte dei media, alcuni studi evidenziano il maggiore afflusso di denaro verso le aziende che hanno messo il tema al centro della loro governance e le conseguenze positive che questo comporta per gli investimenti nei titoli di queste aziende, devo aggiungere tuttavia che tanti clienti nutrono scetticismo verso gli effetti pratici che ne potranno conseguire. Al momento la maggioranza opta per la sostenibilità.
Nato a Lecce nel 1961, sposato, con due figli, si laurea a Bari in economia e commercio. Mario Libertini, sin da giovane interessato e attratto dalla finanza, sceglie la consulenza finanziaria come una conseguenza naturale e coinvolgente. Negli anni 80 l’argomento costituiva un ambito nuovo, dove tutto era da costruire: il consulente da formare e il cliente da affiancare per utilizzare nuovi strumenti e organizzare il patrimonio familiare, tutte scelte di lungo termine. Inizia nel 1987 in Finanza e Futuro, poi nel 2000 in Credit Suisse, dal 2014 in Azimut; grazie ai progetti sempre moderni e lungimiranti delle sue aziende, alla fiducia e alla condivisione degli obiettivi, da parte dei clienti, le giornate sono ancora interessanti e foriere di insegnamenti.
Cosa faresti oggi se non fossi un consulente finanziario e perché?
Rifarei il consulente finanziario, volendo dare un’alternativa, mi affascina l’impatto della tecnologia nella vita di tutti noi e guarderei la consulenza informatica per la ricerca di soluzioni, relative ai molteplici bisogni dell’individuo.