25 anni di esperienza

Cosa faresti oggi se non fossi un investitore istituzionale e perché?

Vorrei essere un’artista (un regista o uno scrittore) con estro libero di manifestarsi senza i vincoli, le analisi, le metodiche e le cautele che, invece, devono guidare l’operato di un investitore istituzionale.

Mario Rosi
Crédit Agricole Vita

Quali sono le asset class su cui state puntando ora che l’inflazione è al galoppo e tutte le banche centrali stanno alzando i tassi?

Lo scenario economico e finanziario del 2022, caratterizzato dalla forte risalita dei tassi di interesse, non potrà che portare gli investitori istituzionali a rivedere la propria asset allocation strategica e tattica. In particolare, sono convinto che tipologie di investimento come le obbligazioni corporate e governative possano tornare ad interessare gli investitori, come elemento di diversificazione nel quadro di una crescita economica potenzialmente più lenta.

Come cambia il processo di analisi, selezione e monitoraggio tra gli investimenti nei mercati pubblici e quelli nei mercati privati? Avete implementato nuovi criteri?

Il prolungato scenario di tassi di interesse ai minimi storici, che abbiamo visto fino al 2021, ha naturalmente spinto la grande maggioranza degli investitori istituzionali a valutare nel tempo, in chiave di diversificazione, investimenti alternativi. Penso, in particolare, agli investimenti nei mercati privati come alternativa ai mercati pubblici. Questo ha portato gli investitori ad implementare un sempre più efficace sistema di gestione dei rischi, per valutare e investire al meglio anche in questi mercati.

Come gestite la criticità derivante dal fatto che i diversi asset manager spesso adottano una definizione di “investimento sostenibile” personale e declinata in un ampio ventaglio di possibilità?

Ritengo che ci sia ancora un grande equivoco riguardo ciò che caratterizza un investimento Esg, ovvero allineato a certi e individuati criteri di governance, oltre che a parametri sociali, ambientali e ad investimenti sostenibili. I Regolatori di tutto il mondo si sono attivati per rendere questa tematica sempre più trasparente ed uniformemente interpretabile. Hanno così consentito di determinare, in maniera univoca ed omogenea, il grado di sostenibilità degli investimenti. Crédit Agricole Vita crede fortemente in una politica di investimento a sostegno dello sviluppo sostenibile, in linea con le politiche del Gruppo Crédit Agricole, che fa dell’investimento responsabile uno dei capisaldi della sua ragion d’essere.

BIO

Mario Rosi è direttore finanza, Alm attuariato e sviluppo prodotti vita di Crédit Agricole Vita S.p.A., Compagnia del Gruppo Crédit Agricole Assurances Italia. Classe 1971, nato a Tivoli, una laurea in Economia e Commercio conseguita presso l’Università La Sapienza di Roma ed oltre 25 anni di esperienza nel mondo assicurativo. Una carriera iniziata in Bayerische Vita S.p.A. e proseguita, nel perimetro investimenti e prodotti, in ambienti internazionali di primarie Società come Cnp Vita S.p.A., dove ha ricoperto il ruolo di responsabile investimenti. Determinato, altruista, convinto sostenitore che la comprensione passi dal confronto, dedica il tempo libero alla lettura e alle sue due figlie, Giada e Clelia, con le quali condivide la passione per gli scacchi.

25 anni di esperienza

Cosa faresti oggi se non fossi un investitore istituzionale e perché?

Vorrei essere un’artista (un regista o uno scrittore) con estro libero di manifestarsi senza i vincoli, le analisi, le metodiche e le cautele che, invece, devono guidare l’operato di un investitore istituzionale.