
Cosa faresti oggi se non fossi un private banker/wealth manager e perchè?
Mi sarei dedicata alla professione nell’ambito della psicologia, materia che già mi affascinava nel momento della scelta universitaria, per l’approfondimento dello studio del funzionamento della mente umana e del relativo comportamento.
Quali sono i servizi che rendono una consulenza finanziaria davvero private?
L‘industria del private banking è in forte trasformazione ed evolve verso una nuova generazione di professionisti del wealth management con competenze ibride.
Rispetto al passato la professione richiede una gamma di competenze di natura diversa che devono attivarsi congiuntamente tra loro, anche con l’assist di partners, esterni alla Banca, leader nel loro settore.
Il tutto in un quadro di continuo aggiornamento che si rende necessario per effetto del rapido evolversi dell’economia e della società.
La crescente complessità del quadro sociale ha portato all‘offerta di una consulenza olistica riguardante tutto il patrimonio familiare, professionale, immobiliare ed imprenditoriale.
Sul fronte dei canali di servizio, è sempre maggiore l’utilizzo degli strumenti digitali che, rappresentando un aiuto alla professione, facilitano le interazioni naturali con le nuove generazioni.
Cosa chiedono i clienti in questi momenti di crisi economica e cosa proponete loro?
La volatilità dei mercati, le correlazioni ed il fatto che i principali assets da inizio anno sono in fase di ripiegamento, ci impegnano in una costante diagnosi dei portafogli e ad una conseguente proposta che possa abbreviare il tempo di recupero dei valori.
La storia ci insegna che i mercati si rigenerano costantemente e si riorientano alla crescita.
Congiuntamente cresce l’attenzione al supporto anche emotivo della clientela che ha necessità di comprendere e condividere le scelte da fare.
Attualmente senior private del Banco di Desio e della Brianza. Nata e cresciuta in Brianza, dopo la laurea in Economia e Commercio all’Università Cattolica di Milano, Sofia Cappellini inizia la vita lavorativa in Bpci a Milano, nella sede di via della Moscova, presto ricopre il ruolo di gestore clienti privati, diventando dal 1998 private banker. Nel 2011 si trasferisce in Bca Pop Spoleto, per arrivare poi, dal 2014, in Banco Desio.
Cosa faresti oggi se non fossi un private banker/wealth manager e perchè?
Mi sarei dedicata alla professione nell’ambito della psicologia, materia che già mi affascinava nel momento della scelta universitaria, per l’approfondimento dello studio del funzionamento della mente umana e del relativo comportamento.